Italiane con la valigia
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Diari di bordo

I nostri racconti di viaggio

Quando tutto finirà

16/3/2020

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Mi manchi, Italia.

Per noi expat è un dolore immenso vederti cosí.

E pensare che quando raccontavamo ai nostri amici quello che stava succedendo in Italia, la gente ci
guardava attonita, ma non perché sembrasse surreale, solamente perché ci pensavano
esagerati, veri drammaturghi. Chi di voi non ha subito frasi di scherno? Del tipo “ vabbè ma
voi in Italia, non avete una buona sanità", oppure sorrisini un po' sbruffoni ( soprattutto in
Francia), riferendosi ai supermercati presi d’assalto.

Non ci credevano e non si interessavano neppure perché intanto mi dicevano: "Tanto tu sei qui
e qui si sta bene”, ero sconvolta, siamo a Nizza, a 50 km dal confine!!!!.
Oggi tocca alla Francia e rivivo le stesse emozioni che ho vissuto una settimana fa per il mio
Paese. La gente non ha ritegno, Macron si pronuncerà solo stasera, ma i supermercati sono
presi d’assalto, la baby sitter di mio figlio mi chiama per dirmi che è in malattia ( nonostante
le avessi detto di stare a casa pagata per evitare di vederci), ha un crollo psicofisico totale.
Piange e mi dice che non ci puo credere, è andata dal medico, che le ha riso in faccia,
rigorosamente senza mascherina, e l’ha messa in malattia.

Vorrei tanto essere a casa. Vorrei essere con voi, perché anche se isolati condividete l’aria di
casa. Noi qui siamo soli, l’unico conforto sono i connazionali soli come noi. Stiamo per ore al
telefono con l’Italia, tra chat di amici e battute per sollevarci il morale. Mi manca mia
mamma, mi manca l’appartenenza. Devo essere sincera, mi chiedo: se mi succedesse
qualcosa mi metterebbero in priorità in quanto italiana? D’altronde è bastato poco per farmi
levare il saluto e guardare come un’untrice. Sul muro di casa c’è appeso un foglio che indica
il nome di un paio di amici a cui affidare i figli in caso di ricovero. Ci sentiamo persi. E vedere i
nostri connazionali combattere e cantare ci dà forza, ci fa sentire fieri!

Mi chiedo: ma come ci sono finita in questa situazione?
Vedere l’Italia ferita, in ginocchio e percepire gli avvoltoi intorno a lei mi fa ancora più male.
Siamo arrivati all’estero con un sogno: quello di avere un futuro lavorativo decoroso ed il
diritto di fare crescere i nostri figli in una società più “avanzata”. Ma dove? Che stolta, non
esiste una società più avanzata della nostra, proprio perché non importa dove e come ma ci
siamo sempre rialzati sgambetto dopo sgambetto. Perché ancora ci emozioniamo, ci
preoccupiamo e ci amiamo. Perché il senso di solidarietà e di rispetto per i più deboli esiste
solo in una società avanzata.
Ora peró siamo costretti in queste case straniere come se fosse il 13 Agosto del 1961 a
Berlino.
Il mio unico pensiero è: quando sarà tutto finito me ne tornerò a casa ed aiuterò il mio Paese
a rialzarsi, non so come, ma lo farò.
​
E voi cosa farete quando tutto finirà?
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